Bruxelles / Stati generali della nuova Letteratura italiana
Il Sole 24 Ore DOMENICA 02 GIUGNO 2019
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Bruxelles / Stati generali della nuova Letteratura italiana
I nostri scrittori e critici portati all’attenzione del mondo
Giovedì 6 e venerdì 7 giugno si terranno a Bruxelles gli Stati generali della nuova letteratura italiana. L’iniziativa è organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura della capitale belga e dal suo direttore, Paolo Grossi. L’occasione è il decimo compleanno della rivista Cartaditalia (2009-2019), diretta dallo stesso Grossi e festeggiata con un numero dedicato alla Letteratura italiana: il nuovo secolo, per la cura di Emanuele Zinato e saggi di Morena Marsilio (La narrativa italiana), Marianna Marrucci (La poesia) e Valentino Baldi (La saggistica letteraria).
Il convegno è importante perché mette al centro la conoscenza e la promozione della letteratura e della civiltà italiana nel mondo, compito degli istituti italiani di cultura, delle università e di tutti coloro che amano il nostro paese e ne considerano il primario e universale apporto culturale. Quest’anno è tra gli altri l’anniversario di Leonardo da Vinci (1452-1519), il prossimo sarà quello di Raffaello (1483-1520), nel 2021 ricorreranno i settecento anni della morte di Dante (1269-1321), occasioni per riproporre le opere e l’eredità di questi straordinari uomini di cultura; e per rinfrescare la nostra memoria e riconoscenza.
L’incontro che si terrà a Bruxelles ai primi di giugno offrirà l’opportunità di fare il punto sulla qualità e l’evoluzione della letteratura italiana odierna, che è anche un modo per testare e vagliare lo stato della società italiana contemporanea nelle sue varie articolazioni. Al dibattito parteciperanno gli autori della rivista e i critici Mario Barenghi, Cecilia Bello, Marco Belpoliti, Andrea Cortellessa, Raffaele Donnarumma, Paolo Giovannetti, Filippo La Porta, Matteo Marchesini, Luigi Matt, Martin Rueff, Domenico Scarpa, Carlo Tirinanzi de Medici.
Alla soglia dei primi vent’anni del Duemila si avverte l’esigenza di iniziare a dare loro una prima storicizzazione letteraria, cercando di censire, evidenziare e giudicare le tendenze, i valori, le gerarchie. È un esercizio critico autorevole e necessario, ancora di più in tempi in cui l’improvvisazione e l’incompetenza sembrano prendere il sopravvento e il plauso in troppi settori della vita italiana.
Il rapporto tra letteratura e società sta alla base del nostro concetto di nazione e di coscienza civile, grazie a quel capolavoro fondativo che fu la Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis (1870-1871), opera di eccezionale e appassionante bellezza critica e narrativa, esempio luminoso di analisi militante con cui è tuttora utilissimo misurarsi. Così come è basilare leggere e confrontarsi con i testi della nostra tradizione letteraria dalle origini a oggi, attraverso le grandi collane dei classici e meritori strumenti digitali quali Bibliotecaitaliana.it che raccoglie e rende consultabili nel proprio catalogo oltre tremila opere della letteratura italiana dal Medioevo al Novecento. È qui, nella riflessione comune con Petrarca e Machiavelli, Galileo e Vico, Manzoni e Leopardi, che si forma una imprescindibile consapevolezza critica.
Nell’introduzione a «Cartaditalia» Letteratura italiana : il nuovo secolo Zinato traccia un profilo delle questioni principali in discussione oggi, a cominciare proprio dalla funzione e dalla salute della critica letteraria: «il mestiere del critico», afferma Zinato, implica un agire comunicativo capace di scommettere su ciò che potrebbe essere degno di durare e, nella sua forma essenziale, dovrebbe fondarsi, come quello del chimico, sull’ «arte di separare il metallo dalla ganga», citando il magistrale modello etico e professionale di Primo Levi dalla raccolta di racconti Il sistema periodico.
Nel romanzo come nella poesia i generi spesso si mescolano, la narrativa si associa alla saggistica, la poesia alla prosa, proseguendo e innovando percorsi e modalità espressive che puntano a una migliore e più fedele rappresentazione della società del Duemila, sul piano individuale e su quello collettivo. A questa fusione di forme che ricorda la rivoluzione settecentesca che diede vita al romanzo rispondono però anche categorizzazioni editoriali che tendono a una maggiore semplificazione, a vantaggio dei lettori e del loro intrattenimento. Testi di ricerca che convivono con altri di consumo; e a volte, paradossalmente, testi di ricerca che in modo inaspettato diventano clamorosi successi di pubblico e altri pensati per il grande commercio che si rivelano fallimenti. Le indagini e le ricostruzioni di storia e di cronaca non rispecchiano la «mano dell’artista» che voleva essere «invisibile» di Verga ma un «io» talvolta connotato talaltra dissimulato e sfuggente. Autori, forme, contenuti che manifestano luoghi comuni e altri invece originali. «L’Italia non è solo un paese sgangherato e “mancato”» sostiene Zinato: «è stata anche un laboratorio culturale e sociale in cui le promesse emancipative della modernità si sono presentate con una forza concentrata e sconcertante (si pensi, a titolo di esempio, a Ivrea olivettiana, al biennio ’68-’69, alla riforma Basaglia) e la letteratura è la sola sonda che abbia esplorato per intero la nostra convulsa modernizzazione».
Di questo spirito di laboratorio ancora oggi attivo si parlerà negli «stati generali» di Bruxelles e saremo curiosi di sapere quali saranno i risultati.
Gino Ruozzi
Capitale d’Europa Bruxelles, sede degli Stati generali della nuova Letteratura italiana dal 6 al 7 giugno
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Un incontro di grande interesse, ma sopratutto necessario per celebrare ricorrenze importanti, come quella di Leonardo, Raffaello e Dante, ma è importante che il genio creativo italiano nelle arti e nelle scienze si mantenga sempre vivo nel mondo.