Gilberto Marselli era l’unico amico dei miei vent’anni. Ho contato gli anni della nostra amicizia: sono circa 70. Non devo quindi abituarmi solo alla assenza, di una persona cara, ma alla mia stessa vita che resta vuota e scura. Il mio blog Rabatana ci teneva uniti prevalentemente sul filo dell’ironia con i commenti ai post e prevalentemente con email direi quotidiane, e il telefono. Restano i commenti ai post e li sto scorrendo.
Ecco una tiratina di orecchi per un mio lapsus.

Gilberto Marselli scrive:
15 settembre 2016 alle 10:36
Se mi permetti, vorrei farti notare che, inconsapevolmente, fai molta confusione tra Domenico (Mimì) ed Ermanno Rea. Mentre vuoi giustamente commemorare quest’ultimo (Ermanno), involontariamente ti viene da nominare l’altro Rea (Mimì) non meno importante (l’autore di “Spaccanapoli”, “Gesù fate luce” e, soprattutto, la “Ninfa plebea” che fu l’ultimo suo libro).. Era di origini salernitane (Nato a Nepi, vicino Nocera inferiore) era spesso a cena con me e Rocco quando insieme ci incontravamo con gli altri srittori napoletani (Prisco, Incoronato e Pomilio).
Quanto ad Ermanno Rea ed al suo “Mistero napoletano”, mi sento di dire che, purtroppo, fu un’occasione mancata, in quanto la sua attenta ed interessante analisi fu sopraffatta da forti tensioni interne al PCI napoletano tra i “fanatici e ostentatamente moralisti” e, invece, gli oppositori del regime democristiano dominante. In sostanza, la sovrapposizione di due ossessivi moralismi, negatori della libertà dei singoli.
Rispondi
Antonio Martino scrive:
15 settembre 2016 alle 11:23
Hai ragione, caro Gilberto. Ho commemorato solo ed esclusivamente ERMANNO Rea, ma ho scritto DOMENICO, l’altro REA, che ho conosciuto personalmente e ho amato moltissimo. Ma scrivendo DOMENICO pensavo ad ERMANNO. Che faccio? Correggo i nomi? O lascio il lapsus e questo nostro dialogo chiarificatore?
Grazie. Un abbraccio

 

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