Mia nipote Virginia ama la matematica. Una volta mi disse: – Nonno, i numeri sono una poesia.

Oggi, 27 novembre 2019, me ne sono ricordato e mi sono messo a cercare sul Domenicale del Sole 24 Ore. Quaesivi et inveni. Sul Domenicale del 27 ottobre 2013 ho trovato, col titolo della stessa affermazione di Virginia, il seguente articolo:

«L’atteggiamento scientifico e quello poetico coincidono: entrambi sono atteggiamenti insieme di ricerca e di progettazione, di scoperta e di invenzione». Questo pensiero di Italo Calvino è alla base delle celebri Lezioni americane che lo scrittore aveva preparato per un ciclo di incontri all’Università di Harvard che si non si sono mai tenute a causa della morte dell’autore nel settembre 1985. Ed è proprio questa riflessione di Calvino a ispirare l’iniziativa «La matematica? … È un gioco dell’aria» promossa dalla Fondazione Clementina Calzari Trebeschi di Brescia, in corso dal 16 ottobre al 25 novembre presso il Museo di Scienze Naturali (via Ozanam, 4). Il programma, progettato da Maria Bettini, responsabile scientifico della Fondazione, include tre lezioni di Gabriele Lolli, professore di Filosofia e Logica matematica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Lolli parlerà di Leggerezza (25 ottobre), Esattezza (30 ottobre), Visibilità (8 novembre), una sequenza non casuale, che riflette gerarchicamente i valori che Calvino considerava alla base della letteratura. Qual è l’obiettivo? Dare un’idea del vero potenziale formativo della matematica per scardinare quel diffuso pregiudizio che la etichetta come disciplina arida e distante dal pensiero umanistico.»

 

 

 

 

 

3 Responses to I numeri sono una poesia

  1. Antonio ha detto:

    Nummeri
    ***
    “Conterò poco, è vero”.
    Disse l’Uno ar Zero.
    “Ma tu che vali? Gnente, propio gnente.
    Sia ne l’azzione come ner penziero,
    rimani un coso vòto e inconcrudente.
    Io, invece, si me metto a capofila
    de cinque zeri tali e quali a te,
    lo sai quanto divento? Centomila.
    E’ questione de nummeri. A un dipresso
    è quello che succede ar dittatore,
    che cresce de potenza e de valore,
    più sò li zeri che je vanno appresso.
    ***
    Triluss

  2. domenico langerano ha detto:

    Grazie, Antonio, ci sarà sempre una occasione che vale la pena affrontare con la squisitissima romanesca ironia di Trilussa. Anch’io ho riproposta molti ani addietro una sua poesia in un volantino distribuito in piazza a Tricarico a commento di una infocata, ducesca concione pubblica del nostro amico più volte inciampato sindaco ‘don Antonio’, te la ripropongo così ripago il sorriso e la riflessione che attraverso te mi ha donato la tua nipotina.

    L’automobile e er somaro
    Rottadecollo! – disse un somarello
    ner vedè un Automobbile a benzina –
    Indove passi tu nasce un macello!
    Hai sbudellato un cane, una gallina,
    un porco, un’oca, un pollo….
    Povere bestie! Che carneficina!
    Che fragello che fai! Rottadecollo!
    Nun fiottà tanto, faccia d’impunito!
    – rispose inviperita l’Automobile –
    Se vede che la porvere e lo sbuffo
    de lo stantuffo t’hanno intontito!
    Nun sai che quann’io corro ciò la forza
    de cento e più cavalli? E che te credi
    che chi vo’ fa’ carriera se fa scrupolo
    de quelli che trova fra li piedi?
    Io corro e me n’infischio, e nun permetto
    che ‘na bestiaccia ignobbile
    s’azzardi de mancamme de rispetto!
    E ner dì ‘ste parole l’Automobbile
    ce mmèsse drentro tanto mai calore
    che er motore, infocato, je scoppiò.
    Allora cambiò tono. Dice: E mo’?
    Chi me rimorchierà fino ar deposito?
    Amico mio, tu capiti a proposito,
    tu solo poi sarvà la situazzione…..
    Vengo – je diss er Ciuccio – e me consolo
    che cento e più cavalli a l’occasione
    hanno bisogno d’un Somaro solo!

    un grande affettuoso abbraccio serotino
    Mimmo

  3. Antonio ha detto:

    Er ministro novo

    Guardelo quant’è bello! Dar saluto
    pare che sia una vittima e che dica:
    – Io veramente nun ciambivo mica;
    è stato proprio el Re che l’ha voluto! –

    Che faccia tosta, Dio lo benedica!
    Mó dà la corpa ar Re, ma s’è saputo
    quanto ha intrigato, quanto ha combattuto…
    Je n’è costata poca de fatica!

    Mó va gonfio, impettito, a panza avanti:
    nun pare più, dar modo che cammina,
    ch’ha dovuto inchinasse a tanti e tanti…

    Inchini e inchini: ha fatto sempre un’arte!
    Che novità sarà pe’ quela schina
    de sentisse piegà dall’antra parte!

    QUANDO A TRICARICO SARA? DATO UN SINDACO NOVO?
    LA NIPOTINA RINGRAZIA TE E SABRINA. TE CON UN BEL 10 E LODE, SABRINA CON 7.

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