15 DICEMBRE
15 Dicembre
La mattina
nell’ospedale di Bazzano
muore
Giuseppe Dossetti
La sera
a Portici muore
Rocco Scotellaro
Un 15 dicembre di anni diversi: il 1953 la morte di Rocco Scotellaro; il 1996 la Pasqua di don Giuseppe Dossetti. Da 23 anni per me è un unico giorno.
Il 15 dicembre mi recavo a Bologna per ricordare in preghiera nella Cattedrale di San Petronio sia don Giuseppe Dossetti sia Rocco Scotellaro; talvolta io e Titina ci siamo recati nel piccolo cimitero di Casaglia, tra le Querce di Monte Sole, dove si consumò una delle più efferate tragedie della seconda guerra mondiale e della ferocia nazifascista, e dove Dossetti ha voluto essere sepolto. La sua vita, sulla lapide, è racchiusa tra due date, inizio e fine di una vita terrena e cristiana: la data del Battesimo e la data della chiamata al Giudizio del Signore.
Da qualche anno, l’età avanzata, il rigido e umido inverno della Valle Padana e la scomparsa o la vecchiaia degli amici mi costringono chiuso in casa. In questa solitudine beata e dolorosa i ricordi si fondono e confondono: una telefonata da Bologna mi annuncia la morte di Dossetti; Antonio Albanese mi informa che Rocco ha lasciato la casa di Rossi-Doria, che l’aveva ospitato e curato, ed era tornato alla sua pensione.
Il pomeriggio sono nella Cattedrale in penombra di San Petronio di Bologna. Seduto vicino alla bara di Dossetti posata a terra sotto l’altare maggiore recito il rosario con alcuni monaci e monache della sua congregazione; lo recito anche per Rocco. Il giorno 17 il funerale di Rocco e il 18 il funerale di Dossetti.. Partecipai (e partecipo) all’uno e all’altro e ora li ricordo e li vivo intensamente e intimamente fusi, in successone, in una stessa cerimonia di sepoltura e di resurrezione, leggendo le Querce di Monte Sole.
Si piegano le querce
come salici
sul cuore delle rocce
a Monte Sole.
Hanno memoria le querce,
hanno memoria!
Memoria di sanguigne
uve
pigiate in torchi amari
memoria di stermini e di paure
rocce
memoria della scure
nel ventre delle madri.
Hanno memoria le querce,
hanno memoria!
Memoria di recinti profanati
memoria dell’agnello e del pastore
crocifissi
tra reliquie di santi
sull’altare.
Hanno memoria le querce,
hanno memoria!
Memoria dell’inverno desolato
memoria della bianca
ostia di neve
e del kyrie degli angeli
sul corpo del profeta
decollato.
Ardono le querce
Come il cero
Pasquale
sul candelabro della notte
a Monte Sole.
Cristo, Figlio del Dio vivo,
pietà di noi.
Vergine del giglio e dell’ulivo,
intercedi per noi.
Beati Martiri di Monte Sole,
pregate per noi.
Tutte le volte che sono andato al cimitero di Casaglia su quelle due tombe ho pregato anche per Rocco . Dopo la guerra e la strage di Monte Sole il cimitero non fu più utilizzato: solo due persone, molto importanti per la storia di questi luoghi, hanno chiesto e avuto il privilegio di essere sepolte: don Giuseppe Dossetti e mons. Luciano Gherardi
Questo è l’anno 2019, il cinquantesimo dalla strage di piazza Fontana provocata da gruppi eversivi neofascisti, giornata della memoria; e oggi, 15 dicembre, è il cinquantesimo anniversario della morte di Pino Pinelli fatto cadere da una finestra della questura di Milano.
4 Responses to 15 DICEMBRE
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Caro Antonio, hanno memoria le querce, non sempre alcuni tuoi lettori, tra i quali io mi pongo, quindi ti sarò riconoscente se citerai l’autore delle poesie che proponi alla lettura, come questa bellisima che finisce in preghiera. Io non ho vergogna di manifestare la mia non infinita conoscenza, tu vienimi incontro, all’occasione, di citare l’autore, senza immodestie.
La mattina del 15 un piccolo corteo di tricaricesi tra cui il segretario nazionale del P.S.I. ha deposto una corona di alloro sulla tomba di Rocco, io non sono stato tra costoro perché non a conoscenza della iniziativa, forse riservata perché quella pubblicizzata da manifesti era del 14. Molto partecipsiato a sera il conferimento della cittadinanza onoraria al ministro della pubblica istruzione, nato a Roma da madre tricaricese.
Un abbraccio
Caro Mimmo,
Ti segnalo un libro: Luciano Gherardi, Le querce di Monte Sole, 1986, edito dal Mulino, 1987, pagg. 386, che riporta sul retro l’omonima poesia:
Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura nel 1959, scrisse per Marzabotto l’epigrafe alla base del faro monumentale che sorge sulla collina di Miana, sovrastante Marzabotto – Epigrafe per i caduti di Marzabotto –. Il faro venne inaugurato nel 1954 e fu il primo segno memoriale posto sul territorio a ricordo della Resistenza e degli eccidi nazifascisti. Evidentemente non ho compiuto una scelta tra le due poesie e riporterò in calce l’epigrafe di Quasimodo.
La poesia di Quasimodo fa riferimento a 1830 caduti, dato considerato per lungo tempo come rappresentativo degli uccisi nella sola strage nazista, nota come “strage di Marzabotto”, del 29 settembre – 5 ottobre 1944. L’altopiano sta invece ad indicare il crinale fra Setta e Reno, ovvero la porzione del territorio dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, con al centro Monte Sole, più colpita dalla violenza omicida. Puntuali ricerche edite nel 1994 dal Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto e fondate soprattutto sui dati delle anagrafi dei Comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno hanno dimostrato come il dato relativo ai caduti riferito in questo e in altri testi vada diversamente considerato e messo in relazione a un più ampio territorio. Infatti gli eccidi compiuti da nazisti e fascisti colpirono i tre comuni durante l’estate-autunno 1944 e causarono complessivamente la morte di 955 persone. In particolare la strage nazista del 29 settembre – 5 ottobre 1944 fu causa di 770 morti. Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi ebbero poi anche 721 morti per cause varie di guerra. Da qui il dato complessivo accertato dal Comitato Onoranze: 1676 decessi per mano di nazisti e fascisti e per cause di guerra.
Nel cimitero di Casaglia furono massacrate una ottantina di persone, in gran parte donne e bambini, pochissimi furono i superstiti che poi racconteranno la loro tragica vicenda. Ancora oggi sulle croci di ferro e sui muri sono evidenti i fori dei proiettili. Il cimitero, dopo la guerra. non venne più utilizzato, in quanto la comunità che lì viveva era stata completamente annientata. In tempi recenti però solo due persone, molto importanti per la storia di questi luoghi, hanno avuto il privilegio di essere sepolte: don Giuseppe Dossetti e mons. Luciano Gherardi, autore del libro citato (e della poesia), che era stato compagno di studi di Don Ubaldo Marchioni e Don Giovanni Fornasini che saranno poi martirizzati a Monte Sole.
Ricambio l’abbraccio
EPIGRAFE DI SALVATORE QUAIMODO
Questa è memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del più vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesselring
e dai loro soldati di ventura
dell’ultima servitù di Salò
per ritorcere azioni di guerra partigiana.
I milleottocentotrenta dell’altipiano
fucilati ed arsi
da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nella storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto,
il civile consenso
per governare anche il cuore dell’uomo,
non chiede compianto o ira,
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua Brigata
piegarono più volte
i nemici della libertà.
La loro morte copre uno spazio immenso,
in esso uomini di ogni terra
non dimenticano Marzabotto,
il suo feroce evo
di barbarie contemporanea.
Da: Comitato per le celebrazioni del XVII anniversario dell’eccidio di Marzabotto. 8 ottobre 1961.
Ho scoperto in questo momento su youtube le Querce di Monte Sole musicata e cantata,deve essere ascoltata.
Ho aperto YouTube (è la prima volta), mi sono iscritto, ho scoperto il video delle Querce di Monte Sole, ma non sento il canto e la musica. Cosa devo fare?