Rocco con l’asino
carboncino di Carlo Levi

Il 4 giugno ho nuovamente raccontato sul mio blog Rabatana e sul mio profilo FB come nasce la fotografia di Rocco Scotellaro con l’asino. Il fatto è arcinoto e non sarebbe il caso che lo racconti di nuovo. Avevo anche raccontato che di aver preso appunto, che non trovo, del nome del proprietario dell’asino.

Le signore Rosa Malvinni e Angela, che ringrazio,hanno riferito che il proprietario dell’asino era il rispettivo padre e nonno Antonio Malvinni; ma diversa testimonianza è resa da Angelo Toscano nella didascalia alla tavola 38 della parte quinta del volume Don Pancrazio Toscano, con presentazione di Carlo Levi. Nella detta didascalia Angelo Toscano riferisce il fatto come ho riferito nel mio blog e afferma che il proprietario dell’asino si chiamava Antonio Montesano, che passando, in quel preciso istante, in piazza del Vescovo, veniva condotto alla campagna.
Non ricordo qual era il mio ricordo fissato nel ciato appunto: non ricordo se si tratta di Antonio Malvinni o di Antonio Montesano, posso solo assicurare che si tratta di una annotazione raccolta e scritta a breve distanza dall’accaduto.

Le signore Rosa e Angela riferiscono anche che la rispettiva nonna o madre aveva consegnato la foto a un giornalista, lasciando intendere, con un comprensibile tocco d’orgoglio, che alla loro famiglia va riconosciuto il merito di aver fatto conoscere e favorita la larghissima diffusione della fotografia di Rocco con l’asino.

In realtà il fotografo Armando Milite, proprietario del negativo fotografico, ebbe professionalmente l’intuizione dell’interesse sentimentale e commerciale che la fotografia avrebbe suscitato. Di fatto la fotografia acquistò il simbolico significato della rappresentazione del vero Rocco.

Questa rappresentazione era però viva e presente nel sentimento del mondo contadino lucano e di esso Carlo Levi, come ho ricordato nel citato racconto del 4 giugno scorso, ebbe felice ispirazione poetica un anno prima dello scatto della fotografia. Mi riferisco al carboncino di Rocco con ciuccio . Non è un ritratto, ma il disegno di un artista, che non riproduce i tratti fotografici del soggetto disegnato, ma l’essenza della sua natura. Non è la fotografia di Rocco, ma è Rocco, con l’asino e le donne contadine che fanno da sfondo, come c’era già ed è rimasto nel ricordo e nel cuore di chi l’ha conosciuto e come mi piacerebbe che venisse guardato da occhi che non l’hanno mai visto di persona.

In quel carboncino si fondono l’ispirazione dell’artista e il sentimento contadino.

 

One Response to IL VERO ROCCO CON L’ASINO- LA FELICE ISPIRAZIONE DI CARLO LEVI ANTICIPA E SI FONDE COL SENTIRE CONTADINO

  1. Rocco Albanese ha detto:

    Il bellissimo carboncino di Levi ritrae Scotellaro anche con un bastone che immagino sia ” u’ crucc”, utensile immancabile in campagna. La presenza dell’asino è indubbiamente l’elogio e quasi mistificazione dello stesso. A maggior ragione che successivamente si fa fotografare insieme dopo che gli avevano dato dell’asino. L’animale che ha scandito la vita di tutti purtroppo è oramai “estinto”….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.