La lettera lucana di oggi 14 settembre di Andrea di Consoli parla di Giovanni Russo e la Potenza degli anni ’50. Con Giovannino Russo e la mia Potenza di quei lontani anni affogo nei ricordi. Tra le lettere correlate è segnalata “Quando Giovannino Russo mi fece parlare con Rocco Mazzarone”. Dio mio! Con Mazzarone ho parlato centinaia di volte a voce e per telefono, i ricordi si affollano, mi emozionano. L’ultima volta che lo chiamai stava morendo.
Quale telefonata ricordare? Certamente non l’ultima o forse questa più di tutte, ma fa ancora molto male, mi stringe la gola. Non so come viene fuori questo suo pensiero sulla difesa civica.

 In Emilia-Romagna l’ufficio del difensore civico era vacante da alcuni mesi, per la legge del divieto della prorogatio l’attività era interrotta e c’erano problemi, che ignoro nei dettagli, per la nomina del nuovo difensore civico.
Io non ero tra i concorrenti. Una sera mi venne fatta telefonicamente la proposta della candidatura, perché, mi dissero, sul mio nome, fatto in conversari dell’ultima ora, la situazione s’era sbloccata. Fui colto di sorpresa, non mi sentivo spiritualmente pronto, e mi riservai di dare una risposta. Mi pregarono di rivederci l’indomani.

Telefonai subito a Rocco Mazzarone, con la scusa di un consiglio sanitario. Io abitavo a Ferrara, gli inverni emiliani sono lunghi, freddi e nebbiosi, e già allora avevo una certa età e non floride condizioni di salute. Avevo paura di tornare a fare il pendolare da Ferrara a Bologna, cosa che avevo fatto per una vita.
Mazzarone mi disse che lo stress fisico mi avrebbe fatto bene e volle sapere cos’è questo difensore civico. Glielo spiegai come mi riuscii di farlo. Naturalmente egli capì tutto, anche quello che io non sapevo.

E’ un servizio delicato e utile, mi disse. Impegnati. Serve a contribuire a dare un volto amico alla pubblica amministrazione, a stabilire un rapporto di amicizia tra essa e i cittadini. Non basta la preparazione. Servono umiltà nel capire le situazioni e mitezza nell’esercizio della funzione. Non basta stimolare buone pratiche, bisogna scoprile e farle emergere. Serve libertà interiore più che autonomia per essere veramente al di sopra delle parti. Al di sopra dell’amministrazione e del cittadino. Perché burocrazia è una termine che ingiustamente ha una valenza esclusivamente spregiativa, ma bisogna avere discernimento. Non sapeva, dicendomi questo, che stava ripetendo un pensiero del grande Massimo Severo Giannini, che si può leggere nel suo Diritto amministrativo.

Il mio programma di difensore civico era così delineato e l’indomani accettai l’incarico ».

 

One Response to ROCCO MAZZARONE E LA DIFESA CIVICA

  1. Angelo Colangelo ha detto:

    Caro Antonio, è sempre bello leggere di “don Rocco” Mazzarone. Medico e intellettuale di grande valore e, ancor di più, persona di straordinaria umanità. Ebbi con lui un rapporto significativo, anche se non paragonabile al tuo. Ricordo con grande emozione, benché siano trascorsi oltre 25 anni, che volle presentare a Tricarico il
    mio primo saggio, “Gente di Gagliano”. Era ormai completamente cieco e si fece leggere il libro da un suo amico tricaricese. A pensarci, ancora mi vengono i brividi. Mi volle bene, gliene volli e per me rappresentò un modello inimitabile di intellettuale. Un abbraccio a te, che torni con Rabatana, a costo di grandi sacrifici. Angelo

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