#COME MOSCHE
IL SOLE 24 ORE DOMENICA 13 marzo 2022
BREVIARIO di Gianfranco Ravasi
La vita è piena di umiliazioni e di dolori, tutti i fili che la legano alla felicità si rompono in mano all’uomo uno dopo l’altro, soprattutto i fili d’oro. Nascondete bene le vostre ferite quando ne avrete… I curiosi succhiano le nostre lacrime come le mosche il sangue di un daino ferito.
I suoi romanzi storici hanno sempre goduto di grande popolarità, approdando persino sugli schermi cinematografici o televisivi nonostante la distanza cronologica. Stiamo parlando di Alexandre Dumas padre che nel 1844 pubblicò il celebre romanzo I tre moschettieri i cui nomi – Athos, Portos, Aramis, ai quali si aggiungerà il giovane guascone D’Artagnan – sono certamente risuonati nella giovinezza di molti lettori. È da quest’opera che abbiamo ripescato una considerazione piuttosto aspra. Essa purtroppo si verifica non di rado nelle vicende umane. Suggestiva è l’immagine iniziale della vita come un tessuto in cui ai fili d’oro s’intrecciano anche fili neri.
Un’immagine che riprenderà, oltre un secolo dopo, un grande teologo francese, Henri de Lubac, affermando che «la sofferenza è il filo con cui la stoffa della gioia è intessuta». A questo punto possiamo far entrare la dura osservazione di Dumas: di essa siamo stati talora tutti testimoni, come vittime o come artefici. Infatti, anche alcuni che si ritengono amici ascoltano le disgrazie altrui con una punta di godimento: è la soddisfazione di non esserne colpiti. Così spesso le parole di conforto recano in sé il timbro dell’ipocrisia, l’ascolto si risolve in curiosità e la solitudine del sofferente rimane ancor più amara.
4 Responses to #COME MOSCHE
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Caro Antonio, vedendo le immagini dell’Ucraina e come in tante altre situazioni già vissute a livello internazionale, non posso che sottoscrivere la parte finale delle cosiderazioni che tu hai certo condiviso in te avendole riproposte a noi tuoi lettori: “l’ascolto si risolve in curiosità e la solitudine del sofferente rimane ancor più amara”, oggi vale ancor di più per l’ascolto che facciamo dal video.
Speriamo di poter cominciare ad ascoltare qualche parola di speranza per la pace e che il sacrificio di tanti morti ucraìni e da tanto tempo valgano al rispetto delle libertà dell’uomo.
Quante volte ho provato “la soddisfazione di non esserne colpita”, che non è godimento, no, anzi è nello stesso tempo sofferenza per questo mio modo di essere e paura che i fili d’oro possano spezzarsi da un momento all’altro.
… per la sofferenza di altri?
Sì.