Riflessioni … ricordi a Pasqua 2022 …
NON E’ QUI, E’ RISORTO
Ebbi al Liceo la fortuna di un professore di latino e greco che si era formato alla Scuola Normale di Pisa; non lasciava passare un solo giorno senza parlare di Benedetto Croce, entusiasmarci e infatuarci del grande filosofo; non so se ci insegnò più filosofia che latino e greco. Quando passai agli studi universitari a Napoli mi informai e venni sapere che il filosofo aveva l’abitudine di fare una passeggiata lungo Spaccanapoli alla solita ora con un gruppetto di amici, tra i quali, immancabilmente, c’era mons. Vincenzo Cilento di Stigliano, all’epoca Rettore del Collegio Bianchi; e quella divenne anche la nostra passeggiata, a debita distanza e silenziosa ammirazione, con l’orecchio teso a carpire qualche lacerto della dottissima conversazione.
Il testo per l’esame di Filosofia del Diritto era un libro di Benedetto Croce, Filosofia della Pratica. Verso metà del libro, a conclusione di una interessante questione l’autore pone una domanda, appunto conclusiva, e scrive che non vi sarebbe bisogno di dire qual è la risposta, perché chi non l’avesse intesa farebbe meglio a chiudere il libro, perché non la intenderebbe mai più. Non chiusi il libro.
Il professore ci aveva anche detto che Croce era un grande scrittore: piano, scorrevole e gradevole da leggere e che in testi di singolare bellezza e intensità presentava se stesso e insegnava a conoscersi. Divenni, pertanto, un lettore di questo Croce non filosofico (?!) e don Benedetto lo scrittore preferito; Rocco Scotellaro, vivente, era inedito, mi incontravo con lui quasi ogni giorno e leggevo anche lui su riviste, giornali o scritti autografi o dattiloscritti.
Leggo nei miei appunti, privi di citazione bibliografica, Croce riferire la risposta data dal duca di Maddaloni a Salvatore di Giacomo che gli chiedeva come stesse. «Non lo vedi, sto morendo. Ma – aggiunge subito Croce – non è già un lamento che mi esca dal petto ed è invece una delle solite reminiscenze di aneddoti letterari che mi tornano curiosamente alla memoria e mi allegrano». E così conclude: «malinconica e triste che possa sembrare la morte sono troppo filosofo per non vedere chiaramente che il terribile sarebbe se l’uomo non potesse morire mai, chiuso nel carcere che è la vita, ripetere sempre lo stesso ritmo vitale che egli come individuo possiede solo nei confini della sua individualità a cui è assegnato un compito che si esaurisce».
One Response to Riflessioni … ricordi a Pasqua 2022 …
Lascia un commento Annulla risposta
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Articoli recenti
- DOMENICA SI VOTA – DUE DOCUMENTI DI IMPEGNO CIVILE CONTRO DEMAGOGIA E DISIMEGNO
- ROCCO SCOTELLARO: poeta contadino – GIUSEPPE GIANNOTTA: poeta lucano
- Un nuovo libro di Carmela Biscaglia “Una sfida profetica. Il venerabile Raffaello delle Nocche, vescovo” con Presentazione di Giampaolo D’Andrea.
- SONO MOLTO DISPIACIUTO PER LA MORTE DI RAFFAELE LA CAPRIA
- L’INTERESSE PER IL CINEMA DI ROCCO SCOTELLARO – PERCHE’ SI PUO’ RICOMINCIARE A RACCONTARE (5)
Commenti Recenti
- 성범죄변호사 su Mario Trufelli: Ripresa
- Pasquale Gravante su Rocco Scotellaro – I TOPI
- Notification: TRANSFER 0.75880146 bitcoin. Get => https://graph.org/GET-BITCOIN-TRANSFER-02-23-2?hs=213f3cfd8c785aa491f2ef6a386b5242& su IL ROMANZETTO GIALLLO DELL’INSEGNA DI UNA TAVERNA DI TRICARICO
- Email: Transaction #QE95. ASSURE >>> https://graph.org/GET-BITCOIN-TRANSFER-02-23-2?hs=dd6332bb86659744d4df23b2eee03283& su AUGURI A TITINA
- Notification; Transfer #VC92. CONTINUE >> https://graph.org/GET-BITCOIN-TRANSFER-02-23-2?hs=00d98ac21c184e6de96a184578e631bf& su LA MONTAGNA DI TUFO (DA QUELLA PORTA) – Michele Parrella
Categorie
Archivi
Sottoscrivi la nostra newsletter
Marzo 2025 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
nrm0w5